Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30942 del 3 agosto 2010

ECLI:IT:CASS:2010:30942PEN

Massima

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Il reato di minaccia può essere integrato anche quando la condotta minacciosa è posta in essere in assenza della persona offesa, purché l'agente abbia agito con la consapevolezza che la minaccia sarebbe comunque giunta a conoscenza della vittima. Ai fini della configurabilità del reato di minaccia non è necessario che la condotta venga posta in essere in presenza della persona offesa, essendo sufficiente che l'effetto intimidatorio si sia comunque realizzato. Inoltre, il giudice di merito può fondare il giudizio di responsabilità penale sulla sola deposizione della persona offesa, qualora essa risulti intrinsecamente plausibile e non contraddetta da altre risultanze probatorie. Il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con il richiamo ai precedenti penali dell'imputato e al suo comportamento processuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - rel. Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ZI. SI. DA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2131/2008 CORTE APPELLO di MILANO, del 02/10/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DUBOLINO Pietro;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. BAGLIONE Tindari che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. Riva,…

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