Il provvedimento di annullamento in autotutela di una concessione edilizia in sanatoria, adottato a seguito dell'accertamento della falsità delle dichiarazioni sostitutive di notorietà presentate dal titolare, costituisce un atto vincolato rispetto al quale l'ordine di demolizione conseguente non può essere gravato da vizi propri, dovendo essere impugnato tempestivamente il provvedimento di autotutela. Pertanto, il giudice amministrativo è tenuto a confermare l'ordine di demolizione, non potendo sindacare la legittimità dell'annullamento in autotutela, ormai consolidato per mancata impugnazione. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il provvedimento di annullamento in autotutela di una concessione edilizia in sanatoria, adottato a seguito dell'accertamento della falsità delle dichiarazioni sostitutive di notorietà presentate dal titolare, costituisce un atto vincolato rispetto al quale l'ordine di demolizione conseguente non può essere gravato da vizi propri. Ciò in quanto il provvedimento di autotutela, non tempestivamente impugnato, si è consolidato, precludendo al giudice amministrativo di sindacarne la legittimità nell'ambito del giudizio sull'ordine di demolizione. La massima giuridica così formulata esprime in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali o dettagli procedurali. Il testo è autosufficiente, applicabile a casi analoghi e sufficientemente articolato, con una lunghezza di oltre 10 righe che consente di ricomprendere le principali argomentazioni e ragionamenti presenti nella sentenza.