Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29925 del 12 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:29925PEN

Massima

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Il metodo mafioso e l'agire per conto di un clan criminale integrano la circostanza aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, anche in assenza di specifici rapporti personali tra vittima e imputato, essendo sufficiente il riferimento all'appartenenza dell'imputato al sodalizio e all'utilizzo della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento e di omertà per la realizzazione dell'estorsione. Il risarcimento del danno, anche se accettato dalla persona offesa, non comporta automaticamente il riconoscimento della circostanza attenuante di cui all'art. 62, n. 6 c.p., dovendo il giudice valutare la congruità dell'importo rispetto all'effettivo pregiudizio subito, ivi compreso il danno morale, nonché la tempestività e le modalità del risarcimento. Le attenuanti generiche possono essere escluse in ragione della gravità del fatto e della personalità dell'imputato, senza che ciò integri una violazione di legge o una motivazione manifestamente illogica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamill - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli sezione 1 penale, in data 24.9.2012.

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Piercamillo Davigo.

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che i ricorsi siano dichiarati inammissibili;

Udito il difensore della parte civile Coordinamento Napoletano delle Associazion…

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