Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8976 del 5 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:8976PEN

Massima

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Il dolo del reato di calunnia, consistente nella consapevolezza dell'innocenza della persona incolpata, non può essere desunto dalla mera falsità della denuncia, ma richiede una specifica e approfondita valutazione degli elementi probatori, al fine di accertare se l'imputato abbia avuto la certezza dell'innocenza della persona denunciata o se, quantomeno, abbia agito in presenza di un mero errore o dubbio sulla sua colpevolezza, circostanze che escluderebbero la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato. Pertanto, la motivazione della sentenza di condanna per calunnia e falsa testimonianza deve contenere una congrua e logica argomentazione in ordine alla prova del dolo, non potendosi ritenere sufficiente il mero riscontro della falsità della denuncia o delle dichiarazioni testimoniali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ce. Gi. , nato a (OMESSO);

contro la sentenza del 12 luglio 2007 emessa dalla Corte d'appello dell'Aquila;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione fatta dal consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;

udito il Sostituto Procuratore generale, Dott. MARTUSCIELLO Vittorio, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

Con la decisione in epigrafe la Corte d'appell…

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