Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32268 del 25 luglio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:32268PEN

Massima

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Il reato di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù si configura quando l'agente, approfittando dello stato di vulnerabilità o di necessità della vittima, la riduce o la mantiene in condizione di soggezione continuativa, costringendola a prestazioni sessuali tali da comportarne lo sfruttamento, anche se la vittima abbia inizialmente acconsentito all'esercizio della prostituzione. Ai fini dell'applicazione di tale fattispecie, non rileva la circostanza che siano stati concessi alla vittima modesti spazi di autonomia, atteso che la condizione di minorenni, il distacco dalle famiglie di origine, la mancanza di mezzi materiali e la consapevolezza delle gravi ripercussioni in caso di tentativo di sottrarsi al giogo imposto, integrano gli estremi dello stato di soggezione continuativa. Inoltre, il giudizio di attendibilità delle dichiarazioni della vittima vulnerabile non può essere inficiato dalla natura progressiva delle stesse, in quanto tale evoluzione è spesso condizionata dall'affidamento nei confronti dell'autorità procedente e dal percorso di superamento del trauma subito. Infine, l'attenuante del fatto doloso dell'offeso di cui all'art. 62 n. 5 c.p. non è applicabile quando, sulla base di un complessivo apprezzamento delle risultanze probatorie, risulti provata l'assenza di autodeterminazione della vittima nel compimento delle prestazioni sessuali a pagamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. BELMONTE T. Maria - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenzo - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/06/2022 della CORTE ASSISE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere IRENE SCORDAMAGLIA.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 1 giugno 2022 la Corte di assise di appello di Bari, in parziale riforma della sentenza emessa dalla Corte di assise di Foggia in dat…

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