Consiglio di Stato sentenza n. 4283 del 2015

ECLI:IT:CDS:2015:4283SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. Il risarcimento del danno da mancata aggiudicazione di un appalto pubblico non è escluso per il solo fatto che il soggetto danneggiato non abbia attivato il giudizio di ottemperanza per ottenere l'esecuzione del giudicato che aveva annullato l'aggiudicazione illegittima. L'art. 30, comma 3, secondo periodo, del Codice del processo amministrativo, nel prevedere l'esclusione del risarcimento per i danni che si sarebbero potuti evitare "attraverso l'esperimento degli strumenti di tutela previsti", non impone l'onere di esperire tutti gli strumenti di tutela, ma consente al privato danneggiato di poter attivare anche strumenti di tutela extraprocessuali, meno onerosi rispetto alla proposizione della domanda giudiziale di annullamento. 2. La domanda risarcitoria diretta ad ottenere il ristoro del danno derivante dall'originario provvedimento di aggiudicazione illegittima non è preclusa dal giudicato formatosi sulla precedente sentenza che aveva rigettato tale domanda, in quanto il capo della sentenza relativo al rigetto della domanda risarcitoria è da considerarsi dipendente e conseguenziale rispetto al capo concernente il rigetto della domanda di annullamento, e pertanto travolto dall'accoglimento dell'appello proposto avverso quest'ultimo capo. 3. Il risarcimento del danno da mancata aggiudicazione di un appalto pubblico deve essere commisurato: a) all'utile effettivo che il soggetto danneggiato avrebbe conseguito se fosse risultato aggiudicatario; b) al c.d. "danno curriculare", quantificato in via equitativa in una percentuale (dal 5% al 10%) dell'importo riconosciuto a titolo di mancato guadagno; c) alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali sulle somme dovute.

Sentenza completa

N. 01500/2013
REG.RIC.

N. 04283/2015REG.PROV.COLL.

N. 01500/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1500 del 2013, proposto da:
Consorzio Cooperative Costruzioni (CCC), in persone del legale rappresentante
pro tempore
, in proprio e quale mandatario delle imprese, CO.E.STRA. s.p.a., Varvarito Lavori s.r.l., Coopsette Soc.Coop, Cmsa Soc.Coop., tutte rappresentate e difese dall’avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio del medesimo in Roma, corso del Rinascimento, 11;

contro

Rete Ferroviaria Italiana s.p.a., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio del medesimo in Roma, piazza Barberini, 12; …

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