Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35999 del 3 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35999PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando sussistono i seguenti elementi costitutivi: 1) la forza di intimidazione del vincolo associativo, che genera una condizione di assoggettamento e omertà in interi settori della comunità sociale; 2) l'utilizzo di tale forza intimidatrice come metodo per il raggiungimento degli scopi dell'associazione; 3) un programma criminoso finalizzato alla commissione di delitti, all'acquisizione di attività economiche, concessioni, appalti e servizi pubblici, nonché al condizionamento della vita democratica del Paese. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta anche da condotte non direttamente illecite, ma funzionali alla realizzazione del programma criminoso, come la raccolta e distribuzione di fondi a favore dei membri detenuti, considerata espressione del vincolo associativo e dell'obbligo di solidarietà tra gli affiliati. Tali condotte, in assenza di giustificazioni alternative plausibili, costituiscono indizi gravi, precisi e concordanti della partecipazione all'associazione. Ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari, la presunzione di pericolosità sociale derivante dalla contestazione del reato associativo di stampo mafioso può essere superata solo attraverso l'accertamento di condotte positive incompatibili con la cultura e la prassi operativa del vissuto mafioso, non essendo sufficiente il mero ruolo marginale attribuito all'indagato. Pertanto, in assenza di tali elementi, permane l'idoneità esclusiva della misura cautelare più afflittiva, ovvero la custodia in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2203/2012 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 09/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. IZZO Gioacchino, che ha chiesto il rigetto.

udito il difensore avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza 9.11.2012, il tribunale di Torino ha rigettato la richiesta di riesame e ha confermato l'ordinanza 10.10.2012 del Gip de…

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