Il recesso di una delle organizzazioni sindacali firmatarie di un contratto collettivo che ha dato vita a un ente bilaterale non determina automaticamente lo scioglimento e la liquidazione di quest'ultimo, in assenza di una deliberazione conforme di tutte le associazioni ed organizzazioni stipulanti, come previsto dallo statuto dell'ente. Il venir meno di uno degli originari associati comporta solo una modificazione dal lato soggettivo dell'ente, senza incidere sulla sua continuità operativa, fermo restando il divieto per il recedente di chiedere la divisione del fondo comune e la liquidazione della propria quota, in applicazione delle norme codicistiche sulle associazioni non riconosciute. La costituzione di un nuovo ente bilaterale, prevista in un successivo contratto collettivo, non determina di per sé l'estinzione dell'ente precedentemente costituito, che può adeguare il proprio statuto per recepire le nuove previsioni contrattuali. L'interpretazione letterale di una clausola statutaria che preveda lo scioglimento dell'ente bilaterale per il venir meno dell'efficacia generale del contratto collettivo di riferimento non può prevalere sulla necessità di una deliberazione conforme di tutte le organizzazioni stipulanti, nonché sui principi codicistici in materia di recesso e scioglimento delle associazioni non riconosciute.