Il giudice amministrativo, nell'annullare un provvedimento per difetto di motivazione, non preclude all'amministrazione la facoltà di adottare nuovi provvedimenti in relazione alla medesima fattispecie, purché adeguatamente motivati sulla base di una rinnovata istruttoria. Pertanto, l'azione di ottemperanza volta a far dichiarare la nullità di tali nuovi provvedimenti per violazione o elusione del giudicato è infondata, in quanto il giudicato formatosi sulla sentenza di annullamento per difetto di motivazione non ha carattere inibitorio, ma lascia impregiudicato il potere dell'amministrazione di riesaminare la questione e adottare nuove determinazioni. Qualora il ricorrente impugni i nuovi provvedimenti per vizi di legittimità, il giudice deve disporre la conversione del rito, ai sensi dell'art. 32, comma 2, cod. proc. amm., sussistendone i presupposti, e valutare la domanda impugnatoria, anche in relazione a eventuali istanze di rimessione in termini.