Il giudice, nel determinare la pena per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, deve valutare il bilanciamento tra la circostanza attenuante della lieve entità del fatto, prevista dall'art. 311 c.p., e le eventuali circostanze aggravanti, come la recidiva di cui all'art. 99 c.p., comma 4. Tale bilanciamento deve essere effettuato senza il divieto di prevalenza dell'attenuante sulla recidiva, in quanto la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 69 c.p., comma 4, nella parte in cui prevedeva tale divieto. Inoltre, il giudice del rinvio dovrà rivalutare l'entità dell'aumento di pena per la continuazione con gli altri reati, parametrandolo alla pena base determinata a seguito del nuovo bilanciamento delle circostanze. La valutazione complessiva della gravità del fatto, della personalità dell'imputato e delle circostanze concrete del caso deve condurre a una pena proporzionata e adeguata, nel rispetto dei principi di individualizzazione e di proporzionalità della sanzione penale.