Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 13850 del 30 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13850PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare prevista dall'art. 274 c.p.p., lett. c), può essere desunto dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, le quali possono essere valutate sia sotto il profilo della gravità del reato, sia sotto quello della pericolosità sociale dell'indagato. Pertanto, il giudice può legittimamente fondare il giudizio di pericolosità sociale dell'indagato sulle modalità e circostanze del fatto, senza che ciò integri un vizio di motivazione, a condizione che tale valutazione sia logica e coerente con gli elementi di fatto accertati. Il trascorrere del tempo dalla commissione del reato, inoltre, può assumere rilevanza ai fini dell'esclusione del pericolo di recidiva solo se accompagnato da altri elementi sintomatici di un mutamento della situazione personale dell'indagato, i quali devono essere specificamente valutati dal giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. VISCONTI Sergio - Consigliere

Dott. D'ISA Claudio - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. BLAIOTTA Rocco Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. LI. VI. , n. il (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale della Liberta' di Catania in data 13.10.2008;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Claudio D'Isa;

lette le conclusioni del Procuratore Generale nella persona del Dott. Mario Ianelli che chiede dichiararsi inammissibile il ricorso.

FATTO E DIRITTO

LI. VI. propone ricorso in…

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