Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13809 del 23 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:13809PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'espressione offensiva dell'onore di una persona, proferita in sua presenza, integra il reato di ingiuria di cui all'art. 594 c.p. e non il reato di diffamazione di cui all'art. 595 c.p. Tuttavia, a seguito dell'abrogazione dell'art. 594 c.p. ad opera del D.Lgs. n. 7/2016, tale condotta non costituisce più reato, ma illecito civile soggetto a sanzione pecuniaria. Pertanto, la sentenza di condanna per il reato di diffamazione deve essere annullata senza rinvio, in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato. La massima giuridica che esprime tale principio è: L'offesa all'onore di una persona presente, precedentemente configurata come reato di ingiuria ai sensi dell'art. 594 c.p., a seguito dell'abrogazione di tale fattispecie, non costituisce più reato ma illecito civile soggetto a sanzione pecuniaria, comportando l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna per il reato di diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/03/2015 del TRIBUNALE di VITERBO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Carlo Zaza;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Lignola Ferdinando, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso la sentenza del 4 marzo 2015 con la quale il Tribunale di Viterbo, confermando l…

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