Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26936 del 13 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:26936PEN

Massima

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Il dolo generico, diretto o indiretto, è elemento costitutivo essenziale del delitto di truffa, che richiede la consapevolezza, in capo all'agente, della falsità della documentazione utilizzata per ottenere indebitamente un contributo pubblico. Tale consapevolezza non può essere desunta automaticamente dalla mera posizione di garanzia ricoperta dall'imputato, ma deve essere accertata attraverso un'adeguata motivazione che evidenzi gli elementi fattuali dai quali si possa desumere, anche in via indiziaria, la rappresentazione o l'accettazione del rischio della falsità della documentazione. L'affermazione della responsabilità penale non può pertanto fondarsi su una responsabilità di tipo oggettivo o per colpa, essendo necessario un accertamento specifico dell'elemento soggettivo del reato di truffa, in conformità ai consolidati principi giurisprudenziali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefan - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/12/2016 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. FILIPPINI STEFANO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssaq CENICCOLA ELISABETTA, che ha concluso per il rigetto con ogni conseguente statuizione di legge;
Udito il difensore avv. (OMISSIS) che dopo articolato dibattimento si riporta ai motivi.
RITENUTO I…

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