Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14311 del 26 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:14311PEN

Massima

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Il dolo del tentato omicidio può essere desunto da una serie di elementi sintomatici, quali la micidialità del mezzo usato, la reiterazione delle lesioni in zone vitali del corpo umano e l'assenza di motivazioni alternative dell'azione, i quali, secondo le regole di esperienza e l'"id quod plerumque accidit", consentono di accertare la direzione teleologica della volontà dell'agente verso la morte della vittima. In particolare, il dolo diretto, e non meramente eventuale, sussiste quando il soggetto attivo prevede e vuole, con scelta sostanzialmente equipollente, l'uno o l'altro degli eventi (morte o grave ferimento della vittima) causalmente ricollegabili alla sua condotta cosciente e volontaria, essendo tale forma di dolo alternativo compatibile con il tentativo. Pertanto, laddove l'imputato abbia colpito più volte la vittima in zone vitali con uno strumento idoneo a cagionare ferite mortali, incurante delle conseguenze della sua condotta, può ritenersi integrato il dolo diretto del tentato omicidio, a prescindere dalla precisione con cui l'agente abbia mirato ai punti colpiti, essendo sufficiente che egli abbia previsto e accettato il rischio di cagionare la morte della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2923/2003 CORTE APPELLO di VENEZIA, del 12/03/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Iacoviello Francesco Mauro, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

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