La dichiarazione di incostituzionalità di una norma penale incidente sul trattamento sanzionatorio, pur non incidendo sulla rilevanza penale del fatto, impone la necessaria rivalutazione in sede esecutiva della pena inflitta, in applicazione dei principi di cui all'art. 30, comma 4, della Legge n. 87 del 1953. Ciò in quanto la norma costituzionalmente illegittima deve essere espunta dall'ordinamento giuridico sin dall'origine, con conseguente proiezione retroattiva degli effetti della pronuncia di incostituzionalità sui rapporti giuridici pregressi. Tuttavia, il giudice dell'esecuzione, nel rideterminare la pena sulla base degli artt. 132 e 133 c.p. e del fatto accertato in cognizione, può rivalutarne la congruità e la compatibilità con la nuova cornice edittale, senza che ciò comporti un aumento dell'afflittività della pena originariamente inflitta. La formazione del giudicato e l'assenza di una specifica previsione nell'art. 673 c.p.p. non rappresentano ostacoli all'estensione degli effetti della declaratoria di incostituzionalità in sede esecutiva, attesa la diversità ontologica di tale pronuncia rispetto ad un ordinario intervento legislativo.