Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40124 del 12 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:40124PEN

Massima

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La condotta di chi, approfittando dello stato di bisogno della persona offesa, la costringe con minacce o violenza a consegnare denaro o altra utilità, integra il reato di estorsione anche quando il presunto credito vantato dal reo abbia origine in un precedente rapporto sinallagmatico, purché gli interessi pretesi siano stati ritenuti usurari dai giudici di merito, in quanto l'illiceità di tali interessi esclude la tutelabilità del diritto di fronte all'autorità giudiziaria. Ai fini della configurabilità del concorso nel reato di estorsione, è sufficiente la mera presenza non occasionale del concorrente nel medesimo contesto spazio-temporale dell'esecuzione del reato, qualora tale presenza abbia fornito all'autore principale stimolo all'azione o maggior senso di sicurezza nella propria condotta. L'estorsione consumata e il reato di usura, pur essendo autonomi, possono concorrere qualora l'ingiusto profitto costituito dagli interessi usurari integri l'evento di entrambi i delitti. La derubricazione dell'estorsione consumata in tentata è preclusa quando le minacce e le violenze addebitate all'imputato hanno effettivamente inciso sulla determinazione della vittima a consegnare il denaro, anche se questa abbia comunque acconsentito al pagamento degli interessi usurari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

De. Ro. An. e St. Mi. ;

avverso la sentenza 14.5.09 della Corte d'Appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza 14.5.09 la Corte d'Appello di …

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