Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24614 del 30 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24614PEN

Massima

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Il peculato e la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni integrano gravi reati contro la pubblica amministrazione, che devono essere sanzionati con rigore al fine di tutelare l'imparzialità, l'efficienza e la trasparenza dell'azione amministrativa. Il giudice, nell'accertare la responsabilità penale dell'imputato, deve valutare attentamente le prove raccolte, senza lasciarsi condizionare da eventuali lacune o negligenze riscontrate nell'operato degli uffici pubblici coinvolti. La prova della commissione dei reati può essere raggiunta anche attraverso l'esame di testimonianze e di perizie tecniche, purché tali elementi di prova siano valutati in modo logico e coerente, senza incorrere in contraddizioni o illogicità nella motivazione. L'imputato non può invocare a sua discolpa eventuali carenze o irregolarità procedurali, se queste non hanno concretamente leso il suo diritto di difesa. Il giudice, nel condannare l'imputato, deve irrogare una pena proporzionata alla gravità dei reati accertati, tenendo conto anche dell'esigenza di prevenzione generale e speciale. La sentenza di condanna deve essere adeguatamente motivata, con riferimento a tutti gli elementi di prova acquisiti e alle argomentazioni giuridiche che hanno condotto alla decisione finale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) FA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 633/2000 CORTE APPELLO di PERUGIA, del 15/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO SERPICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI CASOLA C., che ha concluso per rigetto del ricorso;

Udito il difensore avv. FESTA E. che insiste.

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