Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35095 del 29 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35095PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale vittima di un reato commesso in suo danno a causa delle funzioni esercitate può beneficiare dell'aggravante prevista dall'art. 61 n. 10 c.p., anche quando non sia nell'atto materiale dell'esercizio delle sue funzioni al momento del fatto, purché l'azione illecita sia motivata e diretta contro di lui in ragione del suo ruolo istituzionale. La valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e dei testimoni, nonché la ricostruzione del fatto storico, rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento non è sindacabile in sede di legittimità se sorretto da una motivazione logica e coerente, senza che il giudice di cassazione possa sostituire la propria valutazione a quella effettuata dal giudice di appello. Il sindacato di legittimità sulla motivazione è limitato alla verifica della sua esistenza e della sua logicità intrinseca, senza possibilità di riesame del merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CI. GI. N. IL (OMESSO);

2) CI. FR. N. IL (OMESSO);

3) C. A. R. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 472/2008 CORTE APPELLO di CALTANISSETTA, del 09/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissi…

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