Cassazione penale Sez. II sentenza n. 48066 del 22 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:48066PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe la vittima a consegnare una somma di denaro o altra utilità, a prescindere dalla sussistenza di un preteso credito risarcitorio o di spese mediche sostenute dall'agente. L'ingiustizia del profitto richiesta per l'integrazione del reato non è esclusa dalla mera allegazione di un credito da parte dell'agente, essendo necessario che tale credito sia effettivamente dimostrato e che le spese mediche siano state effettivamente sostenute e riconducibili alla vittima. Il giudice di merito, attraverso una puntuale valutazione delle prove, può accertare la sussistenza del reato di estorsione e la responsabilità dell'imputato, senza che tale accertamento possa essere sindacato in sede di legittimità, se sorretto da una motivazione esauriente e plausibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/01/2018 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO FILIPPINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ROMANO GIULIO che ha concluso chiedendo il rigetto;
udito il difensore avvocato (OMISSIS) che chiede il rigetto integrale dei motivi di gravame, deposita conclusioni scritte e nota spese delle quali chiede…

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