Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26639 del 27 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:26639PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato dal giudice sulla base di elementi concreti e attuali, desumibili dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, nonché dalla personalità dell'indagato, desunta da comportamenti o atti concreti o dai suoi precedenti penali. Tale valutazione non deve limitarsi alla mera sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, ma deve accertare l'effettiva e concreta possibilità che all'indagato si presenti l'occasione di commettere ulteriori reati, senza che sia necessario dimostrare la certezza o l'elevata probabilità di tale evenienza. Ai fini della prognosi di recidiva, il giudice deve tenere conto della scaltrezza e della persistente volontà dell'indagato di elaborare nuove iniziative illecite, anche dopo l'intervento delle autorità inquirenti, nonché della sua contiguità con realtà imprenditoriali criminose e della sua capacità di avvalersi di una struttura organizzativa a ciò finalizzata, anche attraverso il coinvolgimento di soggetti di fiducia, al fine di dissimulare il proprio ruolo e i propri interessi diretti. In tale contesto, la rinuncia a specifiche iniziative illecite o le dimissioni da incarichi formali non sono di per sé sufficienti a escludere il pericolo di reiterazione, ove risulti comunque la persistenza di rapporti e contatti che consentano all'indagato di continuare a operare nel medesimo contesto criminoso. La misura cautelare deve essere adeguata e proporzionata alla concreta pericolosità sociale dell'indagato, desumibile dalle circostanze fattuali, e può consistere anche nella custodia cautelare in ambiente domiciliare, ove risulti necessaria per impedire la prosecuzione dell'attività illecita e il ripristino dei contatti affaristici e relazionali dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. TRONCI Andre - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/02/2016 del TRIB. LIBERTA' di VENEZIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ANDREA TRONCI;
sentite le conclusioni del PG PAOLO CANEVELLI, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi tutti;
Uditi i difensori Avv. (OMISSIS) (in sostituzione dell'Avv. (OMISSIS)) per lo (OMISSIS) e Avv. (OMISSIS) per lo (OMISSIS), che hanno concluso per l'accoglimento dei ri…

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