Consiglio di Stato sentenza n. 3246 del 2018

ECLI:IT:CDS:2018:3246SENT

Massima

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Il vincolo di interesse storico-archeologico imposto dalla pubblica amministrazione su un bene privato, in presenza di reperti archeologici di particolare valore, ha natura conformativa e non ablativa della proprietà, senza che ciò comporti l'obbligo di indennizzo. Tale vincolo, essendo fondato su una valutazione tecnica discrezionale della pubblica amministrazione, non può essere oggetto di risarcimento del danno, salvo che non risulti affetto da vizi di legittimità, come difetto di motivazione o erroneità manifesta della valutazione. Inoltre, il mancato esercizio da parte del privato dei rimedi giurisdizionali avverso i provvedimenti impositivi del vincolo o di diniego all'esecuzione di interventi edilizi, integrando violazione del canone di buona fede e dell'obbligo di cooperazione, comporta la non risarcibilità del danno evitabile. Infine, la domanda di condanna della pubblica amministrazione a compiere attività vincolate o discrezionali è inammissibile, in assenza di previo annullamento del provvedimento di diniego o di inerzia.

Sentenza completa

Pubblicato il 30/05/2018

N. 03246/2018REG.PROV.COLL.

N. 03994/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3994 del 2012, proposto da:
LAGHETTI S.R.L., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, via ((omissis)), n. 50;

contro

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Nicolò Pedrazzoli, ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, via ((omissis)), n. 5;

per la riforma

della sentenza del T.R.G.A. - TRENTO n. 65 del 2012;

Visti il ricorso in a…

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