La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: L'attività di affittacamere, rientrante tra le strutture ricettive extralberghiere adibite ad uso ricettivo esclusivo ai sensi della normativa regionale, può essere legittimamente esercitata anche in immobili che non abbiano un accesso autonomo e separato rispetto alle altre unità abitative presenti nella medesima unità edilizia, purché siano rispettati i requisiti dimensionali e di collocazione previsti dalla legge regionale, la quale ammette espressamente che gli esercizi di affittacamere possano essere ubicati in non più di due appartamenti ammobiliati di uno stesso stabile. La previsione normativa comunale che consente l'insediamento di strutture ricettive extralberghiere adibite ad uso ricettivo esclusivo alle medesime condizioni e con gli stessi limiti previsti per le strutture ricettive alberghiere, non può essere interpretata come imponendo l'obbligo di un accesso autonomo e separato sulla pubblica via per gli esercizi di affittacamere, in quanto ciò risulterebbe in contrasto con la disciplina regionale che ammette espressamente la condivisione di elementi comuni dello stabile, quali l'ingresso, l'androne e le scale, da parte di tali strutture.