La Soprintendenza, nell'esercizio delle proprie competenze in materia di tutela paesaggistica, può annullare il provvedimento comunale che abbia espresso parere favorevole alla condonabilità di opere edilizie abusive, qualora ritenga che l'istruttoria svolta dal Comune non sia stata adeguata e completa nell'esame della compatibilità degli interventi realizzati con il vincolo paesaggistico vigente sull'area. Tuttavia, l'atto di annullamento della Soprintendenza deve essere adeguatamente motivato, indicando in modo chiaro e puntuale quali siano gli specifici profili di carenza istruttoria e di insufficienza motivazionale riscontrati nel provvedimento comunale, in modo da consentire al giudice amministrativo di valutare la legittimità dell'intervento di annullamento. In caso di mancata collaborazione dell'amministrazione resistente nel fornire i necessari chiarimenti e la documentazione richiesta in sede istruttoria, il giudice può desumere argomenti di prova dal comportamento processuale delle parti, applicando il principio di cui all'art. 116, comma 2, c.p.c., richiamato dall'art. 64, comma 4, c.p.a.