Il giudice, nel pronunciare la confisca del denaro sequestrato nell'ambito di un procedimento per reati di spaccio di sostanze stupefacenti, deve fornire adeguata motivazione in ordine al nesso di pertinenzialità tra il denaro confiscato e l'attività illecita contestata, non essendo sufficiente il mero rinvenimento del denaro in possesso dell'imputato. La confisca del denaro è ammessa solo quando ricorra un effettivo collegamento tra la somma sequestrata e il reato per cui si procede, non potendo essere confiscate somme che costituiscano il ricavato di precedenti cessioni di droga o siano destinate ad ulteriori acquisti della medesima sostanza, in quanto non qualificabili come "strumento", "prodotto", "profitto" o "prezzo" del reato specificamente contestato. Il giudice, pertanto, è tenuto a motivare in modo congruo e adeguato le ragioni per cui ritiene che il denaro confiscato sia riconducibile all'attività illecita oggetto del procedimento, non essendo sufficiente una mera affermazione generica del nesso di pertinenzialità.