Cassazione penale Sez. I sentenza n. 40050 del 26 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:40050PEN

Massima

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Il possesso e il porto illegale di armi da fuoco, anche di tipo comune, da parte di soggetti legati ad associazioni di tipo mafioso, integrano gravi indizi di colpevolezza per il reato di detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo, aggravato dalla finalità di agevolare l'attività dell'associazione criminale di appartenenza. Ciò in quanto le dichiarazioni convergenti di più chiamanti in correità, pur con lievi difformità su aspetti secondari, costituiscono riscontro individualizzante sugli elementi essenziali del fatto, come l'acquisto dell'arma da parte del soggetto indiziato, il suo successivo ritiro e la destinazione finale dell'arma all'armamento dell'associazione mafiosa. Le eventuali ragioni di astio o contrasti pregressi tra il chiamante in correità e l'indagato non inficiano necessariamente l'attendibilità della chiamata, specie se risalenti nel tempo e non sfociate in procedimenti penali a carico dell'indagato, non risultando tali da compromettere la credibilità intrinseca delle dichiarazioni accusatorie, le quali trovano ulteriore riscontro in elementi oggettivi. La circostanza aggravante di cui all'art. 7 della L. n. 203/1991 è altresì configurabile sulla base dei gravi indizi di appartenenza dell'indagato a un sodalizio mafioso, già accertata in altri procedimenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAMPETTI Umberto - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonell - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza in data 8 novembre 2012 del Tribunale del riesame di Reggio Calabria nel proc. n. 969/2012;

Letti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione svolta dal consigliere Dott. MAZZEI ((omissis));

sentito il Pubblico Ministero presso questa Corte di cassazione, in persona del sostituto procuratore generale, Dott. SPINACI Sante, il quale ha chiesto il rigetto del ricorso;

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