Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8153 del 2 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:8153PEN

Massima

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Il reato di corruzione propria si configura quando un pubblico ufficiale, in violazione dei doveri di ufficio, compie o fa compiere atti contrari ai propri doveri dietro accettazione di denaro o altra utilità. Tuttavia, la mera dazione di denaro non è sufficiente a integrare il reato di corruzione se non è provato il nesso di sinallagmaticità tra la dazione e l'atto compiuto dal pubblico ufficiale. Inoltre, la ripetizione di un appalto pubblico può essere legittima solo per l'affidamento di nuovi servizi e non per la mera proroga di servizi già oggetto di un precedente contratto. Pertanto, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione propria deve essere valutata tenendo conto della specifica condotta posta in essere dal pubblico ufficiale e della conformità della procedura di ripetizione dell'appalto alla normativa di settore. Infine, ai fini della applicazione di misure cautelari personali, è necessario che sussistano concreti e specifici elementi che giustifichino il pericolo di reiterazione del reato, non essendo sufficiente il mero inserimento dell'indagato in un contesto di pratiche corruttive, soprattutto quando l'indagato abbia cessato ogni attività imprenditoriale e i suoi contatti con la pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CONTI Giovan - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato in (OMISSIS);

avverso la ordinanza del 09/08/2011 del Tribunale di Milano;

visti gli atti, la ordinanza denunziata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale CESQUI Elisabetta, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

udito per il ricorrente l'avv. (OMISSIS) che ha …

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