Il decreto ingiuntivo privo della dichiarazione di esecutorietà di cui all'art. 647 c.p.c., intervenuta prima della dichiarazione di fallimento, non è opponibile alla procedura fallimentare, in quanto solo in virtù della dichiarazione giudiziale di esecutorietà il decreto passa in giudicato, non rilevando l'avvenuta concessione della provvisoria esecutorietà ex art. 642 c.p.c. Inoltre, la ratio decidendi fondata sull'inopponibilità del decreto ingiuntivo rende irrilevante l'esame della questione relativa alla consecuzione tra la procedura di concordato preventivo e quella di fallimento ai fini dell'individuazione della decorrenza del termine di cui all'art. 67 L.Fall., in quanto tale questione risulta superflua ai fini della decisione. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione mira a tutelare la par condicio creditorum, impedendo che un creditore possa far valere un titolo esecutivo non definitivo nei confronti della procedura concorsuale, a garanzia dell'equa ripartizione dell'attivo fallimentare tra tutti i creditori. Tale principio si applica in modo uniforme a tutti i casi analoghi, indipendentemente dalle specifiche circostanze del singolo procedimento, al fine di assicurare certezza e coerenza nell'applicazione della disciplina fallimentare.