Il vincolo urbanistico che grava su un'area destinata dal piano regolatore generale a "attrezzature di interesse pubblico" non ha carattere espropriativo, ma conformativo, in quanto tale destinazione consente la realizzazione di interventi edilizi anche ad iniziativa privata, previa convenzione con il Comune. Pertanto, tale vincolo non è soggetto a decadenza quinquennale, ma ha validità a tempo indeterminato, in conformità all'art. 11 della legge n. 1150 del 1942. La mancata realizzazione da parte del Comune degli standard urbanistici minimi non preclude la possibilità per il privato di realizzare gli standard eccedenti quelli minimi, previsti dallo strumento urbanistico, attraverso il convenzionamento con l'amministrazione. Inoltre, anche qualora il vincolo fosse ritenuto di natura espropriativa e quindi decaduto per decorso del quinquennio, l'area resterebbe comunque soggetta ai limiti edilizi previsti dalla normativa vigente per le zone interne ed esterne al centro storico, non potendosi pertanto realizzare il progetto edilizio proposto dal privato, in quanto in contrasto con tali limiti.