La revoca della patente di guida per mancanza di un requisito soggettivo di idoneità, prevista dall'art. 219, comma 3-ter, del Codice della Strada, configura una misura amministrativa vincolata, che incide su un diritto soggettivo del destinatario e non su un interesse legittimo, pertanto la relativa controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e non del giudice amministrativo. Tale orientamento, espresso dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato e condiviso dalla più recente giurisprudenza di primo grado, mira ad assicurare la certezza del diritto e la prevedibilità delle decisioni giudiziarie, in linea con il principio di tutela effettiva dei diritti del cittadino. La data di accertamento del reato, quale presupposto per l'applicazione della revoca della patente, deve essere interpretata in modo rigoroso e uniforme, al fine di garantire il rispetto delle garanzie procedimentali e la parità di trattamento degli interessati. Il giudice, nel valutare la legittimità del provvedimento di revoca, deve pertanto verificare la corretta applicazione della normativa di riferimento, tenendo conto della natura vincolata dell'atto amministrativo e della tutela del diritto soggettivo del destinatario.