Il giudice di legittimità, nel valutare la credibilità della persona offesa costituita parte civile, deve procedere a un riscontro puntuale e rigoroso della sua attendibilità soggettiva e intrinseca, anche alla luce di eventuali elementi esterni di conforto, tenendo conto del fatto che la parte civile è portatrice di una specifica pretesa economica la cui soddisfazione deriva dal riconoscimento della responsabilità dell'imputato. Tuttavia, la valutazione della credibilità della persona offesa rappresenta una questione di fatto che non può essere riconsiderata in sede di legittimità, salvo che il giudice non sia incorso in manifeste contraddizioni. Pertanto, la motivazione del giudice di merito che, partendo dal contrasto con la versione dei fatti fornita dall'imputato, abbia evidenziato elementi che inducevano a dubitare della credibilità delle persone offese in ragione della pregressa conflittualità anche giudiziaria con l'imputato e dell'assenza di elementi esterni di conforto, è immune dai vizi di cui all'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p.