Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10709 del 14 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:10709PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e dei poteri connessi alla funzione, costringe un privato a dare o promettere indebitamente denaro o altra utilità, mediante minaccia di un danno ingiusto, commette il reato di concussione, a prescindere dalla sussistenza di un vantaggio indebito per sé o per altri. Tale condotta lede non solo il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione, ma anche la libertà di autodeterminazione del privato, il quale viene posto di fronte all'alternativa di subire un danno o di evitarlo mediante la dazione o la promessa di una utilità indebita. L'ente pubblico danneggiato nella sua immagine e reputazione a causa di tali condotte illecite ha diritto al risarcimento del danno non patrimoniale, da liquidarsi in via equitativa tenendo conto di tutte le circostanze del caso concreto, ivi compresa la gravità delle condotte accertate e il numero di reati per i quali è stata affermata la responsabilità degli imputati. Tuttavia, la determinazione del quantum risarcitorio deve essere adeguatamente motivata e rapportata all'effettiva incidenza delle condotte illecite accertate, senza eccedere in misura manifestamente sproporzionata rispetto al danno effettivamente cagionato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2360/2013 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 21/1…

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