Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40095 del 7 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:40095PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per i reati di ingiurie e minacce è legittima quando le espressioni offensive e le pretese risarcitorie avanzate in modo minaccioso, pur in assenza di una concreta azione giudiziaria, siano state accertate sulla base di una motivazione esaustiva che dia conto dell'intero quadro probatorio, senza incorrere in vizi logici o contraddizioni. In particolare, la paternità delle missive anonime, sia manoscritte che dattiloscritte, può essere attribuita all'imputato sulla base di una perizia calligrafica e della disponibilità di una macchina da scrivere di cui egli era in possesso, circostanze che, unitamente alla corrispondenza tra le espressioni offensive pronunciate direttamente e quelle contenute negli anonimi, consentono di ritenere provata la responsabilità dell'imputato. La pretesa risarcitoria avanzata in modo minaccioso, pur in assenza di una concreta azione giudiziaria, integra il reato di minaccia in ragione del suo scopo intimidatorio. Pertanto, la motivazione della sentenza di condanna, che abbia adeguatamente esaminato e valutato l'intero quadro probatorio, senza incorrere in vizi logici o contraddizioni, è immune da censure in sede di legittimità, non potendosi in tale sede procedere a un riesame del merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. PI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 417/2009 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 21/12/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/07/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. FODARONI Maria Giuseppina, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

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