Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5962 del 7 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5962PEN

Massima

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Il falso in dichiarazione finalizzato all'indebita percezione di prestazioni previdenziali integra il reato di truffa aggravata ai danni dell'INPS, per il quale è prevista la condanna alla restituzione delle somme indebitamente percepite quale condizione per la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, senza che rilevi la buona fede dell'imputato o l'effettiva riscossione delle somme, atteso che il reato si perfeziona con la sola presentazione della falsa dichiarazione, a prescindere dall'esito della richiesta. La mancata specificità dei motivi di ricorso per cassazione, consistenti nella mera riproposizione di censure già esaminate e disattese in appello, comporta l'inammissibilità del ricorso, non potendosi ignorare le argomentazioni svolte dal giudice di merito senza incorrere nel vizio di specificità previsto dall'art. 591 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 493/2011 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 19/02/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALBERTO MACCHIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza del 19 febbraio 2013, la Corte di appello di Reggio…

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