Il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale adottato dagli organi di vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi dell'art. 14 del D.Lgs. n. 81/2008 in caso di impiego di personale non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori regolarmente occupati, costituisce una misura cautelare o sanzionatoria finalizzata alla tutela immediata dell'interesse pubblico al contrasto del lavoro irregolare, che rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo. Tale provvedimento, avente natura vincolata e non discrezionale, può essere revocato solo a seguito della regolarizzazione dei lavoratori non risultanti e del pagamento di una specifica sanzione amministrativa, in quanto la presenza di lavoratori irregolari rappresenta la condizione sufficiente per la sua adozione. Il verbale di accertamento redatto dai pubblici ufficiali gode di piena efficacia probatoria fino a querela di falso, sicché le contestazioni relative alla presenza di lavoratori irregolari sono destinate a naufragare in assenza di tale impugnazione. Inoltre, la previsione di un potere di sospensione direttamente in capo agli organi ispettivi, in deroga alla regola generale di cui all'art. 17, comma 1, lett. b) del D.Lgs. n. 165/2001, risponde all'esigenza di consentire l'adozione immediata di provvedimenti idonei a inibire la prosecuzione di un'attività imprenditoriale svolta in violazione delle norme sul lavoro subordinato, in considerazione dell'urgenza insita nella loro stessa funzione.