Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cui all'art. 12 del D.Lgs. n. 286/1998 si configura indipendentemente dalla finalità umanitaria o di solidarietà che possa aver mosso l'agente, essendo sufficiente che la sua condotta abbia agevolato, anche indirettamente, l'ingresso illegale dello straniero nel territorio dello Stato. L'aggravante dell'esposizione a pericolo per la vita o l'incolumità della persona trasportata sussiste quando l'imbarcazione utilizzata, per le sue caratteristiche strutturali e funzionali, risulti inidonea alla traversata che deve affrontare, esponendo così il migrante a concreti rischi per la propria incolumità, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento dannoso. Ai fini della configurabilità del reato di favoreggiamento della prostituzione di cui all'art. 3 della L. n. 75/1958, è sufficiente che l'agente abbia agevolato l'attività di meretricio della persona presentata al cliente, anche senza trarne un diretto profitto, essendo irrilevante il motivo che abbia spinto l'agente ad intervenire. Infine, il reato associativo di cui all'art. 416 c.p. in relazione all'art. 12 del D.Lgs. n. 286/1998 può essere configurato quando l'imputato abbia svolto un ruolo organizzativo e direttivo all'interno dell'associazione, avvalendosi di una rete di contatti e di una struttura operativa stabile, finalizzata alla realizzazione di un programma criminoso volto a favorire l'ingresso illegale di migranti e il loro sfruttamento.