Consiglio di Stato sentenza n. 3408 del 2020

ECLI:IT:CDS:2020:3408SENT

Massima

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Il possesso del titolo di merito dichiarato in sede di partecipazione a una procedura selettiva, ma non effettivamente posseduto, comporta la decadenza dalla posizione utile in graduatoria e l'esclusione dalla procedura, in quanto la dichiarazione mendace, sebbene non intenzionalmente fraudolenta, integra comunque una violazione dei principi di lealtà e buona fede che devono informare i rapporti tra la pubblica amministrazione e i privati partecipanti a procedure concorsuali. L'amministrazione, in tali casi, è tenuta a procedere alla rideterminazione del punteggio spettante al candidato, con conseguente ricollocazione in posizione non utile ai fini dell'ammissione, senza che ciò integri una declaratoria di decadenza in senso proprio, ma piuttosto un'esclusione dalla procedura per carenza dei requisiti dichiarati. Tale soluzione, da un lato, tutela l'affidamento ingenerato dalla dichiarazione del candidato, ma, dall'altro, preserva l'imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa, impedendo che soggetti privi dei requisiti richiesti possano accedere a posizioni di vantaggio. Il principio di terzietà e imparzialità che deve informare le procedure concorsuali pubbliche impone, infatti, che l'amministrazione proceda alla verifica della veridicità delle dichiarazioni rese dai partecipanti e all'eventuale rideterminazione del punteggio, al fine di garantire la parità di trattamento tra i candidati e la selezione dei soggetti effettivamente in possesso dei titoli e requisiti richiesti.

Sentenza completa

Pubblicato il 01/06/2020

N. 03408/2020REG.PROV.COLL.

N. 05800/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5800 del 2015, proposto da
Ministero della Difesa, in persona del Ministro in carica, rappresentato e difeso
ex lege
dall’Avvocatura generale dello Stato, e presso gli uffici della medesima domiciliato per legge in Roma, alla via dei Portoghesi n. 12;

contro

((omissis)), rappresentato e difeso dagli avv.ti ((omissis)) e ((omissis)), e presso lo studio del primo elettivamente domiciliato in Roma, al viale Africa n. 120, per mandato su foglio separato unito all’atto di costituzione nel giudizio d’appello, con indicazione di domicilio digitale come da registri di giustizia;

per la riforma

dell…

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