Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile da alberghiero ad abitativo, senza la necessaria autorizzazione amministrativa, costituisce un illecito edilizio sanzionabile dall'autorità competente. Tuttavia, la sanzione del ripristino dello stato dei luoghi non può essere applicata retroattivamente a un abuso commesso in epoca anteriore all'entrata in vigore della relativa disciplina sanzionatoria, in quanto ciò violerebbe il principio di irretroattività delle norme sfavorevoli sancito dall'art. 25 della Costituzione. L'amministrazione può comunque applicare le sanzioni previste dalla legge vigente al momento della commissione dell'illecito, ferma restando la possibilità per i soggetti responsabili di eccepire l'intervenuta prescrizione. Il mutamento di destinazione d'uso senza opere, realizzato mediante il primo atto di alienazione dell'immobile, costituisce un illecito amministrativo sanzionabile ai sensi della normativa vigente all'epoca dei fatti, la quale non prevedeva la sanzione del ripristino dello stato dei luoghi, ma solo una sanzione pecuniaria. Pertanto, l'ordine di ripristino dello stato dei luoghi emesso dall'amministrazione nei confronti degli attuali proprietari dell'immobile, che non hanno commesso alcun illecito, è illegittimo. L'amministrazione può tuttavia applicare le sanzioni previste dalla legge al momento della commissione dell'abuso nei confronti dei soggetti responsabili.