Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33876 del 11 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33876PEN

Massima

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La querela della persona offesa, anche se non contenente un'espressa manifestazione di volontà di procedere, può essere ritenuta sussistente dal giudice quando vi sia un diretto riferimento alla precedente denuncia/querela, di cui il nuovo atto costituisca un'integrazione. Ciò in applicazione del principio di favor querelae, secondo cui la volontà di punizione della persona offesa non richiede formule particolari. Inoltre, l'elemento psicologico del reato di minaccia è costituito dal dolo generico, ovvero dalla coscienza e volontà dell'agente di porre in essere un'azione potenzialmente idonea a vulnerare l'altrui libertà morale, senza che rilevi il suo precario equilibrio psicologico, salvo che non risulti rigorosamente dimostrata un'alterazione patologica tale da incidere sulla sua capacità di intendere e di volere. Infine, nel determinare la pena per il reato di minaccia, il giudice deve tenere conto del limite edittale massimo vigente al momento della commissione del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 31/03/2016 del GIUDICE DI PACE di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/05/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCORDAMAGLIA IRENE;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI LEO GIOVANNI, che ha concluso per l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata il Giudice di pace di Torino, i…

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