Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione ad un'associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti non è di per sé sufficiente a far presumere la responsabilità dell'associato per i singoli reati-fine commessi nell'ambito del sodalizio. È necessario che vi siano autonomi e circostanziati elementi di prova, sia sul piano materiale che psicologico, che dimostrino il concreto e consapevole contributo dell'indagato alla realizzazione di ciascuno dei reati-fine contestati, non potendosi far discendere automaticamente la responsabilità per tali reati dalla mera partecipazione all'associazione. I gravi indizi di colpevolezza per i reati-fine devono essere autonomi e distinti rispetto a quelli posti a fondamento del delitto associativo, in modo da consentire all'indagato di potersi efficacemente difendere dalle singole imputazioni. La sola appartenenza all'associazione e la stabilità della partecipazione al sodalizio criminoso non sono sufficienti a configurare la responsabilità per i reati-fine, essendo necessari elementi specifici e individualizzanti che dimostrino il contributo causale e volontario dell'indagato alla realizzazione di ciascuno di essi.