Il divieto generale di esercizio del commercio al dettaglio nelle zone per insediamenti produttivi, previsto dalla normativa urbanistica e commerciale provinciale vigente al momento del rilascio dell'autorizzazione impugnata, non ammette deroghe al di fuori delle ipotesi tassativamente individuate dalla legge, quali l'attività commerciale svolta in funzione di prevalente attività artigianale o industriale, o in funzione di attività di commercio all'ingrosso, entro limiti dimensionali predeterminati, ovvero, in via eccezionale, per garantire il servizio di prossimità in zone produttive di maggiori dimensioni. L'autorizzazione amministrativa rilasciata in violazione di tale divieto generale è illegittima, in quanto contrastante con la normativa urbanistica e commerciale provinciale sopravvenuta, la quale, nell'interesse pubblico di un equilibrato sviluppo della rete distributiva, ha inteso restringere drasticamente le possibilità di insediamento del commercio al dettaglio nelle zone produttive. Il principio di diritto enunciato dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 5205/2004, che aveva annullato precedenti dinieghi per vizi di motivazione, non può essere invocato a fondamento del rilascio di nuove autorizzazioni, in quanto la successiva evoluzione normativa ha introdotto limiti e divieti che non erano presenti all'epoca di quella pronuncia.