Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2217 del 19 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:2217PEN

Massima

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Il medesimo disegno criminoso e il programma associativo sono concetti strutturalmente e concettualmente diversi, che operano su piani distinti. Il medesimo disegno criminoso attiene alla deliberazione unitaria di tipo soggettivo che inscrive in un progetto generale più fatti antigiuridici, secondo una logica unificante che assicura un trattamento penale di favore. Al contrario, il programma associativo è un requisito strutturale dell'associazione, reato unico ma permanente, che pur enucleando una pluralità indefinita di delitti da commettere, non autorizza a ritenere esistente sic et simpliciter il medesimo disegno criminoso tra delitti fine e reato associativo stesso, in difetto di elementi concreti che permettano di ritenere la genesi unitaria delle singole e specifiche spinte a delinquere. L'accertamento dell'esistenza del medesimo disegno criminoso tra reato associativo e reati fine è un giudizio di fatto riservato al giudice di merito, il quale deve verificare puntualmente che i reati fine siano stati programmati al momento della costituzione dell'associazione. La mera circostanza che i fatti si inscrivano nella logica dello scontro e del contrasto armato tra gruppi rivali non vale, di per sé, a fondare l'esistenza del medesimo disegno criminoso, in assenza di elementi concreti che permettano di ritenere la genesi unitaria delle singole e specifiche spinte a delinquere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NOVIK ((omissis)) - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 15/02/2017 del TRIBUNALE di URBINO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO CAIRO;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, Dott. CANEVELLI Paolo, Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, con cui ha chiesto l'annullamento del provvedimento impugnato e il rinvio al Tribunale di Urbino.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con ordinanza in data 15/2/2017 il Tribunale di Urbino, in funzione di …

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