Cassazione penale Sez. III sentenza n. 26267 del 8 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:26267PEN

Massima

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Il diritto alla traduzione scritta degli atti processuali, comprese le misure cautelari, e all'assistenza dell'interprete, spetta all'imputato straniero o apolide solo ove risulti accertata la sua effettiva non conoscenza della lingua italiana. Tale diritto non discende automaticamente dal mero status di straniero, ma richiede la verifica, da parte del giudice, della concreta incapacità dell'imputato di comprendere la lingua italiana. Qualora tale incapacità emerga solo in sede di interrogatorio di garanzia, il giudice deve disporre la traduzione del provvedimento cautelare in un termine congruo, con la conseguente decorrenza del termine per l'interrogatorio dalla data di deposito della traduzione. L'omessa traduzione determina la nullità a regime intermedio del provvedimento solo se la mancata conoscenza della lingua italiana da parte dell'imputato risultava già nota al momento dell'emissione del titolo cautelare. Inoltre, la proposizione dell'impugnazione da parte del difensore, pur in assenza di traduzione, può sanare il vizio, salvo che l'impugnazione sia stata presentata al solo fine di dedurre la mancata traduzione o per formulare questioni pregiudiziali di carattere strettamente procedurale. Infine, il giudizio di adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere, rispetto alle esigenze cautelari di cui all'art. 274, lett. c) c.p.p., può fondarsi sulla complessiva inaffidabilità del soggetto, desunta da elementi specifici inerenti al fatto, alle sue motivazioni e alla personalità dell'indagato, tali da far ritenere quest'ultimo propenso all'inosservanza di obblighi connessi a misure meno afflittive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI NICOLA Vito - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/10/2017 del Tribunale di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Il sig. (OMISSIS) ricorre per l'annullamento del provvedimento in epigrafe indica…

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