Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio del proprio sindacato di legittimità sugli atti di pianificazione urbanistica, afferma che le scelte compiute dall'Amministrazione comunale nell'approvazione del Piano di Governo del Territorio rientrano nell'ampia discrezionalità di cui essa gode in tale ambito, sicché il relativo onere motivazionale è attenuato, essendo sufficiente che le determinazioni adottate non siano viziate da abnormi illogicità o errori di fatto. In particolare, il Tribunale ritiene che la società ricorrente, titolare di una mera aspettativa generica all'accoglimento delle proprie osservazioni, non fosse portatrice di un affidamento qualificato, tale da imporre all'Amministrazione una motivazione "rafforzata" del rigetto delle stesse. Pertanto, le controdeduzioni fornite dal Comune, che hanno evidenziato la coerenza delle scelte pianificatorie con la programmazione urbanistica di livello sovraordinato e l'incompatibilità delle richieste della società con gli obiettivi di tutela e valorizzazione del territorio, sono state ritenute congrue e sufficienti a sorreggere le determinazioni impugnate. Inoltre, il Tribunale esclude che la diversa disciplina urbanistica riservata dal Comune di Ponte San Pietro alle aree limitrofe a quelle oggetto del ricorso possa integrare un vizio di disparità di trattamento, atteso che le scelte pianificatorie comportano necessariamente una differenziazione nel trattamento dei suoli in ragione delle peculiari caratteristiche del territorio. In conclusione, il Tribunale ha ritenuto il provvedimento gravato immune da vizi censurabili nell'ambito del sindacato di legittimità, rigettando pertanto il ricorso.