Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17343 del 5 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:17343PEN

Massima

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Il reato di estorsione, quale delitto contro il patrimonio commesso mediante violenza o minaccia, è integrato dalla condotta di chi, abusando della propria posizione di forza, costringe taluno alla consegna di denaro o altra utilità patrimoniale, anche se le somme richieste provengono da attività lecite del soggetto passivo. L'elemento soggettivo del dolo è integrato dalla coscienza e volontà di ottenere ingiustamente il denaro o l'utilità, a prescindere dalla destinazione che il reo intendeva dare alle somme estorte. Ai fini della configurabilità dell'attenuante del danno di speciale tenuità, il giudice deve valutare complessivamente il pregiudizio subìto dalla vittima, non limitandosi all'aspetto meramente patrimoniale, ma considerando anche il danno morale e l'offesa alla libertà personale derivanti dall'impiego di violenza o minaccia. Il mancato esame di un motivo di appello manifestamente infondato non costituisce vizio di motivazione della sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Anton - rel. Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. LU. AL. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 4445/2008 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 24/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Salvi G., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Ha proposto ricorso per cassazione De. Lu. Al. , per mezzo del proprio…

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