Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20136 del 20 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20136PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza può essere applicata dal giudice nei confronti di un soggetto quando risulti accertata la sua pericolosità sociale, desumibile dalla gravità e dall'elevato numero di precedenti penali per reati quali associazione a delinquere, violazione delle leggi sulle armi, usura, tentata estorsione, nonché dalla frequentazione di soggetti pregiudicati e dall'assenza di attività lavorativa, anche in assenza di nuove condanne definitive intervenute dopo un certo periodo di tempo, purché permangano elementi concreti e attuali idonei a giustificare il perdurare dello stato di pericolosità sociale del soggetto. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la sussistenza di tali elementi, in modo da consentire il controllo di legittimità da parte del giudice di legittimità, il quale può sindacare solo eventuali vizi di violazione di legge e non la mera illogicità della motivazione, salvo che questa non risulti inesistente o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. BONITO Francesco Maria S - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera Maria S - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 3/2010 CORTE APPELLO di CAMPOBASSO, del 25/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ADRIANA CARTA;

lette le conclusioni del PG Dott. SALVI Giovanni che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

IN FATTO E IN DIRITTO

1.1.- Con provvedimento in data 25 marzo 2010 la Corte di appello di Campobasso decideva sul ricorso proposto dal Procurat…

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