Il sequestro preventivo di un bene, finalizzato ad evitare che la disponibilità dello stesso possa protrarre o aggravare le conseguenze del reato o determinare la commissione di altri, non richiede la contestuale emissione dell'informazione di garanzia ai fini della sua validità. Tuttavia, la legittimazione a proporre ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del tribunale del riesame che abbia annullato tale sequestro è riconosciuta esclusivamente al pubblico ministero presso il tribunale che ha adottato il provvedimento impugnato, e non anche al pubblico ministero che ha richiesto l'applicazione della misura cautelare reale, in quanto tale facoltà non è stata estesa a quest'ultimo dalla normativa di riferimento. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che, in materia di misure cautelari reali, la legittimazione a proporre ricorso per cassazione è circoscritta al pubblico ministero presso il tribunale che ha emesso il provvedimento impugnato, senza possibilità di estensione al pubblico ministero che ha richiesto l'applicazione della misura, in coerenza con la disciplina processuale che non prevede per quest'ultimo la facoltà di partecipare all'udienza del tribunale del riesame in luogo del pubblico ministero presso il tribunale stesso.