Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20381 del 14 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:20381PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del controllo sulla motivazione della sentenza impugnata, non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella effettuata dai giudici di merito, i quali hanno il potere discrezionale di apprezzare liberamente le risultanze processuali, purché la loro decisione sia sorretta da un'adeguata e logica motivazione, immune da vizi logico-giuridici. Il sindacato di legittimità è, infatti, limitato alla verifica della mera esistenza di un apparato argomentativo coerente e privo di palesi illogicità, senza che sia consentito al giudice di cassazione una diversa ricostruzione dei fatti o una differente valutazione delle prove. Pertanto, le censure del ricorrente che tendono a prospettare una propria diversa ricostruzione dei fatti o una diversa valutazione delle risultanze probatorie, senza denunciare specifici vizi logico-giuridici della motivazione, sono inammissibili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ar. Ga. , nato il (OMESSO), Fu. Ro. , nato il (OMESSO), Li. El. , nata il (OMESSO), Kh. Mo. el. Za. He. nato il (OMESSO), De. An. Gi. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza 9 marzo 2005 della Corte di appello di Genova;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore…

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