Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10913 del 6 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:10913PEN

Massima

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Il pericolo concreto e attuale di recidiva, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato sulla base di elementi fattuali e non di meri giudizi ipotetici o presunzioni, tenendo conto della effettiva pericolosità sociale dell'indagato, desumibile dalla gravità del fatto, dalla personalità dello stesso e dalle sue concrete condizioni di vita. I precedenti penali, anche risalenti nel tempo, possono rilevare ai fini della prognosi di recidiva solo se dimostrano una speciale inclinazione a delinquere, attualizzata dalle circostanze del caso concreto; la mera condizione di tossicodipendenza, in assenza di altri fattori indicativi di concreta pericolosità, non è di per sé sufficiente a giustificare l'applicazione di una misura cautelare. Il giudice è tenuto a motivare in modo puntuale e concreto in ordine alla sussistenza del pericolo di recidiva, senza poter fare affidamento su valutazioni meramente ipotetiche o assertive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 14/11/2016 del Tribunale di L'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa CALVANESE Ersilia;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO…

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