Il ritardo o l'omissione dell'adozione di un provvedimento amministrativo favorevole al privato può dar luogo a responsabilità risarcitoria della pubblica amministrazione, ma tale responsabilità deve essere ricondotta nell'alveo dell'art. 2043 c.c. e presuppone pertanto la prova, da parte del danneggiato, di tutti gli elementi costitutivi della fattispecie aquiliana, ivi compresi il nesso di causalità tra il comportamento della P.A. e il danno subito, nonché l'elemento soggettivo della colpa grave o del dolo. Pertanto, il mero ritardo o l'omissione dell'adozione del provvedimento non comportano di per sé la responsabilità risarcitoria della P.A., essendo necessario che il privato dimostri che il provvedimento favorevole avrebbe dovuto essere adottato ab origine e che il comportamento dell'amministrazione sia ascrivibile a grave negligenza o intenzionale volontà di nuocere, in palese contrasto con i canoni di imparzialità e buon andamento di cui all'art. 97 Cost. Viceversa, ove il ritardo o l'omissione siano giustificati da circostanze oggettive, come la pendenza di indagini penali sulla regolarità della procedura, non può configurarsi la responsabilità risarcitoria della P.A. per difetto dell'elemento soggettivo.