Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26894 del 25 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:26894PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali può fondarsi su una pluralità di elementi indiziari, anche desunti da procedimenti penali definiti con sentenza irrevocabile di assoluzione, purché tali elementi siano certi e idonei a giustificare il convincimento del giudice in ordine alla pericolosità sociale del proposto, il cui apprezzamento è ampiamente discrezionale. La durata e la tipologia della misura di prevenzione applicata devono essere adeguatamente motivate in relazione ai concreti profili di pericolosità sociale del soggetto, desumibili anche dalla sua contiguità agli ambienti della criminalità organizzata, senza che possa essere censurata in sede di legittimità la mera genericità delle censure difensive. Il sindacato di legittimità sulla motivazione del provvedimento di applicazione della misura di prevenzione è limitato ai casi di motivazione inesistente o meramente apparente, non estendendosi all'ipotesi di mera illogicità manifesta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);

Avverso il decreto n. 66/2012 emesso il 14/02/2014 dalla Corte di appello di Catanzaro;

Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CENTONZE Alessandro;

Lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. GAETA Pietro, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RILEVATO IN FATTO

1. Con decreto emesso il 14/02/2014, la Corte di appello di Catanzaro confermava il decreto emesso da…

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